L’officina politica dell’Italia riformista e liberale

Parafrasando Churchill, si può dire che l’Unione Europea è la cosa peggiore che sia capitata in sorte ai cittadini del continente, nel corso della sua storia, ad eccezione di tutte le altre.

La discussione sui limiti dell’Europa che c’è e sul sogno dell’Europa che non c’è non è più il rovello intellettuale dei federalisti, ma è diventata innanzitutto l’arma retorica dei nazionalisti. Accettare un dibattito in cui l’Ue sta sul banco degli imputati significa rassegnarsi e obbedire al frame sovranista. Significa accettare di giocare autolesionisticamente sul terreno dell’avversario.

Siamo di fronte a un fenomeno storico analogo a quello dei primi decenni dello scorso secolo, quando la critica alle inefficienze della democrazia liberale diventò la giustificazione di regimi politici anti-democratici, autoritari e totalitari. Gli anni venti del 2000 rischiano di essere la riedizione degli anni ’20 del secolo scorso.

La verità è che l’Europa è “processata” per i suoi pregi, non per i suoi difetti. Perché è l’area economica del mondo insieme più prospera e giusta e l’area politica con le norme più avanzate di tutela di tutte le libertà fondamentali. I nemici dell’Ue, non sono i nemici delle cosiddette “euro-burocrazie”, ma dei principi di diritto della costruzione europea.

Sono i nemici del mercato comune e della libera competizione tra gli attori economici; dell’equilibrio tra i poteri e del ruolo delle autorità e delle giurisdizioni indipendenti; delle politiche ambientali più avanzate e rispettose degli interessi delle generazioni future; di un modello di uguaglianza tra pari che riconosce e non discrimina le diversità personali e le differenze culturali; di un sistema sociale che persegue l’ideale dell’equità e della protezione dal bisogno in primo luogo attraverso il progresso economico e non attraverso la “redistribuzione della povertà”.

Se oggi l’Ue è nello stesso tempo considerata nemica da Trump e da Maduro, da Putin e da Xi Jinping, dagli islamisti e dai nazionalisti interni e esterni al continente europeo, è perché rappresenta una alternativa di civiltà e di efficienza politica in un mondo disponibile a votarsi a qualunque illusione antidemocratica e antiliberale.

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Il paradosso, in Italia, è che i più sensibili al messaggio sovranista e i più propensi a votare contro l’Ue sono proprio le vittime di un’Italia incapace di farsi europea, di crescere come gli altri paesi grandi paesi membri, di rappresentare un modello di protezione e di progresso sociale e economico inclusivo. Se gli italiani votano in modo così diverso dai tedeschi, è perché l’Italia non ha saputo trarre dall’Ue gli stessi vantaggi della Germania, accusata quindi di averceli “rubati”. Gli italiani anti-Ue sono, insomma, le prime vittime di un’Italia che non è riuscita a farsi davvero europea e che oggi paga il prezzo di questi ritardi e vorrebbe riversare il conto nelle tasche degli altri.

Chiedere +Europa significa esattamente chiedere più Europa: una maggiore integrazione nelle politiche economico-sociali, di difesa e di sicurezza, un accresciuto ruolo delle istituzioni europee, con una governance più democratica e efficiente, nel governo dei problemi comuni a tutti i cittadini del continente.

Noi non soltanto difendiamo l’Ue. Ne vogliamo proprio di più. E la vogliamo in modo concreto, non contrapponendo il sogno degli “Stati Uniti d’Europa” all’incubo del ritorno delle ostilità nazionaliste tra gli stati europei, ma rafforzando gli istituti e le politiche, su cui poggia l’efficacia pratica e la legittimazione politica dell’Ue.

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Il Congresso di +Europa, tra qualche settimana, dovrà discutere e decidere la piattaforma con cui si presenterà alle prossime elezioni europee l’unica forza politica italiana orgogliosamente “intitolata” all’Europa. Vogliamo che questo congresso sia una manifestazione di orgoglio europeista e un atto di accusa dell’euro-nichilismo nazionalista come minaccia per la pace, la sicurezza e la prosperità dei cittadini europei. Non una difesa, meno che mai una discolpa.

L’esperienza recente dimostra come il tentativo di contenere il sovranismo concedendo riconoscimento alle sue ragioni ha contribuito semplicemente al suo successo. +Europa non deve fare lo stesso errore, che si rivelerebbe fatale.

Vogliamo che il congresso di +Europa non si limiti a promuovere una proposta programmatica da offrire a un’indistinta opinione pubblica alle prossime elezioni europee, o un laboratorio politico di iniziative tematiche di carattere europeista. Vogliamo molto di più. Vogliamo sancire la nascita del vero “partito europeista”, porci l’obiettivo pragmatico di radicarlo e di renderlo capace di rappresentare – coerentemente con la nostra visione e attraverso un’organizzazione intelligente – gli interessi e i bisogni individuali e collettivi delle vittime dell’Italia anti-europea e anti-moderna. Di farne l’officina politica e culturale dell’Italia migliore.

Ci rivolgiamo innanzitutto ai tanti socialisti, democratici, liberali, laici, riformisti, a coloro che credono nei valori europei del mercato, del lavoro, della concorrenza, del welfare, dei diritti civili, perché si uniscano a noi nella costruzione di questo soggetto politico.

Per queste ragioni intendiamo promuovere una lista per l’elezione dell’Assemblea nazionale, a cui chiediamo a tutti di aderire, che ribadisca questa posizione a sostegno della candidatura a segretario del coordinatore uscente di +Europa, Benedetto Della Vedova.

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Quanti sono iscritti e si iscriveranno nei prossimi giorni a +Europa potranno firmare per la presentazione della lista “Il partito dell’orgoglio europeista” dal 13 al 18 gennaio sul sito congresso.piueuropa.eu.

Il Congresso di +Europa si terrà dal 25 al 27 gennaio a Milano, presso l’Hotel Marriott in via Washington 66. Il regolamento e l’ordine dei lavori del Congresso sono a questo link https://piueuropa.eu/2019/01/09/regolamento-e-ordine-dei-lavori-del-congresso-di-europa/.

Come previsto dal Regolamento del Congresso, per la raccolta firme è necessario depositare la denominazione e il documento di presentazione della lista, corredata di almeno 5 candidati oltre il capolista. La lista completa dei candidati di ciascuna lista viene presentata dal capolista, o da un candidato della lista delegato dal capolista, in congresso alla Segreteria di presidenza entro le ore 20.00 del giorno precedente a quello del voto sull’elezione dell’Assemblea.

Per informazioni: carmelopalma@gmail.com, giordanomasini@gmail.com

I disegni di questa pagina sono di Paolo Cardoni (http://www.paolocardoni.com)