Mozioni Particolari

 

Mozione Particolare per la trasformazione del Consiglio in un Senato europeo

 

Il Congresso di +Europa, condividendone il contenuto, dà mandato agli organi statutari eletti

di perseguire gli obiettivi della seguente proposta, presentata nella forma di petizione al Parlamento europeo, per la trasformazione del Consiglio dell’Unione Europea in un vero Senato europeo;

di promuovere, in questa o altra forma, una iniziativa di mobilitazione politica popolare su questo tema nel corso della campagna elettorale per le elezioni europee del prossimo 26 maggio 2019;

di provare a coinvolgere in questa iniziativa altre organizzazioni politiche nei diversi stati membri dell’Unione.

 

Proposta di petizione al Parlamento Europeo

A. considerando che l’Unione europea ha una duplice legittimità democratica: quella del Parlamento europeo, eletto da tutti i cittadini europei, e quella del Consiglio (dei ministri), rappresentativo dei governi degli stati membri;

B. considerando che il Consiglio (dei ministri) agisce con la funzione di camera alta dell’Ue; infatti è, con il Parlamento, una delle due camere in cui si svolge il processo legislativo europeo, di cui la Commissione ha il potere di iniziativa;

C. considerando che i criteri di composizione del Consiglio sono fissati dall’art. 236 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE);

D. considerando che il funzionamento del Consiglio non consente oggi un vero e proprio dibattito sulle questioni su cui esso è chiamato a decidere, poiché i suoi membri si riuniscono in modo sporadico e la loro partecipazione si limita generalmente a un voto di ratifica, dopo un lavoro istruttorio e un processo decisionale pressoché interamente condotto dalle burocrazie nazionali;

E. considerando che il Consiglio è una delle rare istituzioni dell’Unione il cui funzionamento non è cambiato dagli inizi della costruzione comunitaria, fatte salve le modalità di votazione e le maggioranze richieste per l’approvazione degli atti;

F. considerando che non è sostenibile che la camera alta dell’Unione continui a funzionare come una camera di mera “registrazione” degli esiti di un negoziato condotto per via burocratica e che occorre, al contrario, che divenga, come il Parlamento europeo, un luogo di reali dibattiti e confronti tra i suoi membri; detto in altri termini, se il Parlamento è la camera dei rappresentanti dei cittadini, il Consiglio è la camera dei rappresentanti dei governi nazionali e solo la loro convergenza consente l’approvazione di testi legislativi;

G. considerando che è possibile modificare la composizione del Consiglio senza modificare l’art. 16 § 2 del Trattato sull’Unione europea (TU), statuendo che «il Consiglio è composto da un rappresentante di ciascun stato membro al livello ministeriale»;

H. considerando che è possibile riorganizzare il lavoro dei governi nazionali istituendo la figura di ministri di primo rango, incaricati sia di sovrintendere al lavoro ministeriale e di coordinare l’attività di ministri o vice-ministri delegati, sia di rappresentare a Bruxelles i rispettivi governi;

  1. chiediamo al Parlamento europeo di introdurre sulla base dell’art. 48 § 2 del Trattato dell’Unione europea (TUE) una richiesta di revisione dell’art. 236 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) in ordine alle modalità di partecipazione degli stati membri al Consiglio;
  2. chiediamo al Parlamento di promuovere una riforma del Trattato per istituire un Consiglio, composto da sei ministri per stato membro, responsabile degli Affari Esteri e della Difesa; dell’Economia e delle Finanze; della Giustizia e degli Affari Interni; dell’Ambiente, dell’Agricoltura, dell’Energia e dei Trasporti; degli Affari Sociali; a questi membri si deve aggiungere un ulteriore ministro per stato membro, per tutte le altre materie con riferimenti o implicazioni normative di carattere europeo;
  3. chiediamo al Parlamento di prevedere in questa proposta che il Consiglio, nella sua nuova articolazione, si riunisca su base settimanale, elegga un presidente, istituisca commissioni e ne elegga i relativi presidenti, possa organizzare audizioni pubbliche e assicuri la pubblicità dei suoi lavori, anche per le attività non legislative;
    chiediamo al Parlamento di prevedere in questa proposta che siano abolite le norme speciali di funzionamento del Consiglio su materie riguardanti affari esteri, difesa e sicurezza;
  4. chiediamo al Parlamento europeo di proporre che la denominazione del Consiglio così riformato sia cambiata in quella di “Senato europeo”.

 

 

Mozione particolare per l’elezione diretta del Presidente della Commissione

 

Il Congresso di +Europa, condividendone il contenuto, dà mandato agli organi statutari eletti

di perseguire gli obiettivi della seguente proposta per l’elezione del Presidente della Commissione europea a suffragio universale e diretto, presentata nella forma di petizione al Parlamento europeo;

di promuovere, in questa o altra forma, una iniziativa di mobilitazione politica popolare su questo tema nel corso della campagna elettorale per le elezioni europee del prossimo 26 maggio 2019;

di provare a coinvolgere in questa iniziativa altre organizzazioni politiche nei diversi stati membri dell’Unione

 

Proposta di petizione al Parlamento Europeo

A. considerando che con l’attuale sistema istituzionale dell’Unione, in cui la legittimazione politica poggia simultaneamente sul Consiglio e sul Parlamento europeo, non è sano che una sola di queste istituzioni si arroghi il diritto di eleggere tra i cosiddetti Spitzenkandidaten, cioè tra i “candidati capifila” che ciascun gruppo politico esprime, il candidato chiamato a diventare automaticamente il Presidente della Commissione se il suo partito ottiene il maggior numero di seggi;

B. considerando che il sistema degli Spitzenkandidaten è ormai esplicitamente rifiutato da alcuni gruppi politici europei – in primo luogo l’Alleanza dei Liberali e Democratici (Alde), che per il 2019 non ne indicherà alcuno – ed esclude forze politiche nazionali molto rappresentative, come En Marche, che non fanno riferimento al momento ad alcun raggruppamento europeo;

C. considerando che un sistema di governo parlamentare, in cui l’esecutivo è responsabile davanti al Parlamento, non è adatto ad un assetto istituzionale quale quello dell’Unione, che è fondato sulla doppia legittimità democratica del Parlamento eletto direttamente dai cittadini e del Consiglio dei ministri degli stati membri;

D. considerando che in un tale sistema parlamentare, fondato per di più su leggi elettorali proporzionali, il sistema dello Spitzenkandidat potrebbe condurre all’elezione di un Presidente senza una maggioranza parlamentare ;

E. considerando che la figura dello Spitzenkandidat è, in ogni caso, in contraddizione con l’articolo 17 § 7 del Trattato sull’Unione europea (“Tenuto conto delle elezioni del Parlamento europeo e dopo aver effettuato le consultazioni appropriate, il Consiglio europeo, deliberando a maggioranza qualificata, propone al Parlamento europeo un candidato alla carica di Presidente della Commissione”), poiché eleggere Presidente il candidato espresso dal gruppo politico con più seggi non è affatto l’unico modo per “tenere conto” del risultato elettorale;

F. considerando che l’attuale sistema istituzionale dell’Unione europea non risponde in modo soddisfacente al principio dell’equilibrio dei poteri tra le diverse istituzioni;

G. considerando che il principio di collegialità, che è stato la regola di funzionamento della Commissione europea dal momento della sua fondazione ai decenni successivi, non è più de facto in vigore da molti anni, in particolare a seguito degli ultimi allargamenti ed è al contrario in atto un vero e proprio processo di “presidenzializzazione”;

H. considerando che, in un ordinamento federale, la legittimazione popolare del capo dell’istituzione chiamata, allo stesso tempo, ad essere il governo dell’Unione ed il garante dei Trattati, rappresenta un presidio della sua indipendenza e un argine ai condizionamenti dei governi e dei parlamenti;

I. considerando che la Commissione europea e, attraverso di essa, l’Unione nel suo insieme, patisce sempre agli occhi di un gran numero di cittadini europei un deficit reale o presunto, di trasparenza, responsabilità e legittimità;

  1. chiediamo di conseguenza al Parlamento europeo di depositare, in base all’articolo 48 § 2 del Trattato sull’Unione europea (TUE) sulle revisioni ordinarie dei trattati, una richiesta di riforma dell’articolo 17, che stabilisca l’elezione del Presidente della Commissione a suffragio universale diretto a turno unico, da parte dell’insieme degli elettori degli stati membri dell’Unione;
  2. chiediamo che la nuova formulazione dell’articolo 17 del Trattato sull’Unione europea (TUE) integri tutte le modifiche rese necessarie dall’elezione a suffragio universale diretto del Presidente della Commissione, ivi compresi i requisiti e le procedure di selezione e ammissione dei candidati alla carica e le regole per la destituzione del Presidente eletto.

 

 

Mozione Particolare per un esercito europeo comune

 

Il Congresso di +Europa, condividendone il contenuto, dà mandato agli organi statutari eletti

di perseguire gli obiettivi della seguente proposta per l’istituzione di un esercito europeo comune e comunitario, presentata nella forma di petizione al Parlamento europeo;

di promuovere, in questa o altra forma, una iniziativa di mobilitazione politica popolare su questo tema nel corso della campagna elettorale per le elezioni europee del prossimo 26 maggio 2019;

di provare a coinvolgere in questa iniziativa altre organizzazioni politiche nei diversi stati membri dell’Unione.

Proposta di petizione al Parlamento Europeo

A. considerando che il disimpegno americano dal fronte europeo iniziato sotto l’amministrazione Obama e intensificato sotto l’amministrazione Trump, rafforza la necessità per l’Unione europea di dotarsi di credibili strumenti di difesa autonoma;

B. considerando che un sistema autonomo di difesa europea è del tutto compatibile con l’appartenenza alla Nato di numerosi stati membri; il principio della solidarietà atlantica, in ogni caso, non è più in grado di salvaguardare da solo la sicurezza europea in un quadro strategico non più dominato, come durante Guerra Fredda, dalla logica dei blocchi, ma segnato al contrario dalla loro progressiva e problematica disintegrazione;

C. considerando che l’esistenza di 27 eserciti nazionali e numerose industrie militari nazionali comporta considerevoli sovraccosti finanziari, oltre a significativi problemi di integrazione operativa;

D. considerando che, come è stato dimostrato dagli interventi in Libia e in Siria, nessun paese membro dell’Unione europea è più in grado di condurre e concludere da solo interventi militari di media intensità;

E. considerando i forti rischi di ulteriore destabilizzazione delle regioni Maghreb-Sahel e del Medio Oriente e le importanti pressioni migratorie che questa rischia di provocare;

F. considerando il consolidamento alle frontiere dell’Unione di regimi profondamente antiliberali, percorsi da forti sentimenti nazionalisti e da rigurgiti imperialistici;

G. considerando che le esperienze di integrazione dei corpi militari europei non sono state convincenti in ragione, principalmente, della permanenza del legame delle diverse “parti” con i rispettivi governi nazionali;

H. considerando che le industrie militari nazionali costituiscono oggi uno dei principali ostacoli alla creazione di un esercito europeo;

I. considerando che un progetto di esercito europeo deve essere sufficientemente ambizioso, anche in termini di bilancio, per costituire un incentivo forte al raggruppamento delle industrie militari nazionali in seno a gruppi europei;

J. considerando che un progetto di integrazione europea sui temi della difesa e della sicurezza non può partire né passare dalla costituzione di un unico esercito europeo ma dall’istituzione di un primo nucleo di esercito comune e comunitario, sottoposto all’autorità delle istituzioni europee, per affrontare emergenze e contribuire, affianco degli eserciti nazionali, alla difesa comune dell’Europa;

H. considerando che a questo fine è istituzionalmente attivabile la procedura della Cooperazione Strutturata Permanente, come prevista agli articoli 42 et 46 del Trattato sull’Unione europea (TUE);

  1. chiediamo al Parlamento europeo di invitare la Commissione a costituire un gruppo di lavoro composto da personalità dalle riconosciute competenze in campo militare e politico, due per ciascuna delle quattro istituzioni dell’Unione (Commissione, Consiglio europeo, Consiglio e Parlamento) e due per ciascuno stato membro dell’Unione pronto ad impegnarsi in un progetto europeo di integrazione militare attraverso l’istituzione di un esercito comune;
  2. chiediamo al Parlamento europeo di invitare la Commissione ad incaricare questo gruppo di personalità:
    – di redigere un libro bianco sulla sicurezza e la difesa dell’Unione, nel quale siano analizzate tutte le minacce alle quali l’Unione europea nel suo insieme è esposta e da cui nel suo insieme deve essere in grado difendersi;
    – di realizzare uno studio approfondito di fattibilità sul progetto di un esercito europeo comune e comunitario, tenendo conto dei seguenti criteri:
    a) la piena integrazione istituzionale e politica di tale esercito nelle attuali istituzioni dell’Unione; in questo quadro il Consiglio europeo dovrebbe agire come Alto Consiglio di Sicurezza dell’Unione abilitato ad autorizzare, su proposta del Presidente della Commissione, il dispiegamento dell’esercito comune;
    b) l’esclusione dell’opzione di un mero coordinamento o di una semplice integrazione funzionale di segmenti di eserciti nazionali, a vantaggio dell’opzione della creazione ex nihilo di un esercito comune europeo composto da soldati e ufficiali europei;
    c) un’ipotesi di stanziamento di bilancio pari al 0,3 % del PIL complessivo per i paesi che partecipino a questa Cooperazione Strutturata Permanente.

 

 

Mozione Particolare per l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea

 

A. Considerando le importanti riforme realizzate negli ultimi quattro anni in Ucraina;

B. considerando che numerose riforme sono tuttora indispensabili perché lo stato di diritto e la democrazia siano saldamente consolidate in Ucraina;

C. considerando il perdurare dell’occupazione della Crimea e di parte del Donbass ad opera della Russia e delle milizie irregolari sostenute e organizzate dalla Russia;

D. considerando le continue violazioni del cessate il fuoco da parte russa nel Donbass e le vittime da queste provocate;

E. considerando che l’aggressione russa ha determinato nel corso degli ultimi quattro anni più di 10.000 vittime in Ucraina e oltre 2 milioni di profughi;

F. considerando il ripetuto richiamo da parte delle più alte autorità dello stato ucraino, nonché di gran parte delle forze politiche ucraine, all’obiettivo dell’integrazione dell’Ucraina nell’Unione europea e della sua adesione alla Nato;

G. considerando la gravità inaudita dell’attacco da parte dell’esercito russo delle navi ucraine nelle acque internazionali dello stretto di Kerch e il conseguente rapimento dei marinai ucraini e il sequestro delle navi della marina ucraina;

H. considerando che il radicamento dello stato di diritto e della democrazia in Ucraina può essere ulteriormente favorito dall’integrazione nell’ordine costituzionale e legislativo ucraino delle norme vigenti nell’Unione europea;

I. considerando che con l’occupazione di parte del territorio georgiano, ucraino e moldavo, sia direttamente sia indirettamente, con l’utilizzo di ingenti mezzi di destabilizzazione detti ibridi, con l’appoggio politico e finanziario a forze sovraniste e antiliberali nell’Unione europea e con il sostegno indiscriminato a regimi sanguinari, a cominciare da quello siriano, il regime russo-putiniano costituisce di gran lunga la più grave minaccia alla pace e alla sicurezza dell’Unione e dei suoi stati membri;

  1. il Congresso di +Europa ritiene che non sia più eludibile la questione dell’adesione dell’Ucraina all’Unione europea e che ogni ulteriore rinvio di una risposta responsabile dell’Unione all’Ucraina avrebbe conseguenze disastrose non solo per il radicamento della democrazia e dello stato di diritto in Ucraina, ma per la sicurezza stessa dell’Ucraina e per quella dell’Unione e dei suoi stati membri;
  2. per queste ragioni e con la consapevolezza della durata del processo di pre-adesione, il Congresso di +Europa chiede che sia aperto senza ulteriori rinvii il processo di adesione dell’Ucraina all’Unione europea;
  3. il Congresso di +Europa dà mandato agli organi eletti di perseguire le finalità indicate nel dispositivo di questa mozione come obiettivo prioritario della loro iniziativa politica ed elettorale, in vista delle elezioni europee del 2019.